2033 è una fabulazione speculativa creata e assemblata durante la Laboratoria di Scrittura Collettiva della Summer School “Narrazioni dai futuri in rivolta. Nuovi materialismi in tempi postumani”, del Master Studi e Politiche di Genere, Università di Roma Tre (a.a. 2022-2023), coordinata da Isabella Pinto.
Pensandoci future, e quindi mobili, ci siamo ritrovate viandanti in uno spazio tempo chiamato 2033. Di stringenti narrazioni precarie ne abbiamo, allora ne abbiamo riformulate di nuove, disordinate ed espanse. Le nostre sono narrazioni altre, di parole corporali di soggett* che non vogliono più essere afasic*. Il tempo maturo per una nascente sensibilità di cammini precari, per noi funghi alla fine dei mondi, è arrivato. Più mani si sono unite, tessendo reti relazionali di parole ed immagini, dentro il medesimo cronotopo, per iniziare a riformulare le strade che camminiamo e che ci attraversano. Proprio laddove le macerie ci vorrebbero arid*, noi disorganizziamo gli stessi spazi che normano e silenziano. Lo facciamo affiggendo manifesti, scritti e disegnati, nell’urbano e fuori, nel periferico e nel centrale, legati seppur lontani. Racconteremo di spazi vissuti e di quelli che vorremmo abitare un domani molto prossimo, specchio di relazioni multiforme e caotiche, generatrici di crepe non più abissali, in cui corpi dialogheranno, pronti a fondere linguaggi, intrecciandosi, trascendendo la rigidità di mura confinanti. Navigheremo le nostre città, attraversando quei limbi burrascosi senza più esserne risucchiat*, li cammineremo invece, nutrit* da una spinta al possibile, figlia di una precarietà ora riformulata, che vedrà creazione dove prima vedeva negazione. Un 2033 avverrà, prima del pensato e dopo l’atteso, e noi tesseremo relazioni multispecie, proprio dove ci avevano detto proprio che saremmo state sole.
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