Valeria Mercandino – Per un pensiero della trasformazione. Uno studio filosofico-politico sulle pratiche di autocoscienza (Italia 1970-1974)

Relatrice: Federica Giardini

Relatore: Giacomo Marramao

Anno Accademico 2011/2012

Università degli Studi Roma Tre

 

Il fulcro del lavoro è l’autocoscienza come pratica femminista condotta in Italia da piccoli gruppi di donne tra il 1970 e il 1974. Lo scopo è mostrare come l’autocoscienza sia una pratica politica che – nonostante la memoria e la narrazione predominanti la descrivano come uno spazio tanto fondamentale quanto limitato per l’esposizione e la presa di coscienza per le donne – essa ha forti connotazioni teoriche: è stata una pratica di massa, che ha conosciuto sia lettrici contemporanee che ne hanno reso la portata teorica nel suo accadere, sia movimenti e donne che ne hanno proseguito lo spirito pur in altre visioni.

La prima parte del lavoro è tesa a stabilire la cornice storico-sociologica che ha portato alla definizione del femminismo della differenza che germina dall’autocoscienza e che si può definire in prima istanza antiemancipativo, separatista e focalizzato sul soggetto. Questi tre elementi primari vengono espressi attraverso il rapporto, e lo scontro, con altri movimenti che hanno quindi contribuito all’avvio del femminismo italiano: il movimento emancipativo delle donne del secondo dopoguerra italiano – con cui il conflitto è stato tale per il fatto che il femminismo è sorto come critica al modello di emancipazione e di integrazione della donna in una società prodotta su altri modelli, il movimento studentesco italiano del 1968 – in cui alcune donne crescono e da cui attingono la passione politica ma da cui devono distanziarsi per acquisire una posizione politica (ed esistenziale) autonoma, il femminismo statunitense che sorge nel 1969 – a cui si deve la trasmissione della pratica dell’autocoscienza in Italia e quindi un forte contributo alla particolare declinazione che prenderà il femminismo italiano.

Una base teorica è ricostruita a partire dall’opera di Carla Lonzi e il gruppo di Rivolta femminile: primi basilari opere della lettura teorica di un femminismo in fieri, danno l’ossatura su cui si muove tutto il primo periodo, quello dell’autocoscienza, e allo stesso tempo suggeriscono la passione e l’inquietudine di quei primi momenti di ricerca.

La seconda parte tiene conto della cornice rintracciata nella prima e si concentra sul nucleo filosofico e centrale dell’autocoscienza: il processo di soggettivazione. La ricerca è tesa a rintracciare come questa pratica abbia incrociato questioni fondamentali del pensiero filosofico: il riconoscimento e la relazione – già in Carla Lonzi sono individuati e messi a tema come nuclei fondamentali di sviluppo della soggettività che scaturisce da questi rapporti –, il linguaggio – che dal nucleo primario di non identificazione delle donne con il linguaggio, che riconoscono per sé una disaderenza tra le cose e le parole, e che trovano il primo spazio linguistico nella narrazione, arriviamo a teorizzazioni complesse in cui si intrecciano linguaggio e presenza corporea –,  e la teoria della conoscenza – come l’espressione linguistica sul mondo, la conoscenza della verità sia una modalità che viene indagata in modo innovativo e autonomo a partire dal rifiuto di condividere un sistema sociale, economico-produttivo – che si sostanzia e che influenza il discorso scientifico – deciso da altri e in crisi.

A partire da questi elementi del dibattito filosofico, è possibile individuare le condizioni essenziali della soggettività che emerge dal nucleo teorico dell’autocoscienza: una soggettività individuale che tiene sempre in conto della relazione e dello spazio collettivo come primari elementi di sviluppo e crescita della soggettività stessa, l’implicazione sempre costante tra l’impegno nella trasformazione di sé con la responsabilità verso una realtà altrettanto modificabile e da modificare.

 

Indice

INTRODUZIONE

PARTE PRIMA. L’irruzione nella storia.  Critica all’emancipazione e costituzione di un soggetto liberato

  1. Emancipazione e politica (1950-1960): quando irrompono le donne i conti non tornano

1.1.        Dal dopoguerra al Sessantotto. Il crinale dell’emancipazione

1.2.        Femminismo e Sessantotto. Contemporanei non contemporanei

1.3.        L’evento carsico: il tempo politico. Tra discontinuità e irruzione nella storia

 

  1. Essere soggetti. Tra eccedenza e autocoscienza

2.1.        Relazioni e documenti dagli Stati Uniti

2.2.        Invenzioni italiane. Il lusso della politica e il potenziamento dello stare tra donne

2.3.        L’autocoscienza come pratica

2.3.1.     Autocoscienza di gruppo

2.3.2.     Autocoscienza duale e personale

 

  1. Il soggetto imprevisto

3.1.1.     L’emancipazione e l’uguaglianza

3.2.        La posizione femminista sull’emancipazione tra critiche e aporie

3.2.1.     Lonzi e Arendt sull’alienazione

3.2.2.     Il canone maschile dell’emancipazione. Su Marx e Hegel

3.3.        La liberazione non è emancipazione, ma nascita del soggetto imprevisto

 

PARTE SECONDA. L’autocoscienza come processo di soggettivazione nel pensiero che nasce dalle pratiche

Premessa: oltre la teoria, le pratiche

  1. Senso di sé come ricerca politica

1.1.        Non solo soggetto collettivo. Il piccolo gruppo come spazio politico

1.2.        La donna è una soggettività

 

  1. Soggettività, riconoscimento, relazione

2.1.        Il misconoscimento delle donne nella cultura patriarcale

2.1.1.     Le pratiche. il separatismo per riferirsi solo alle donne

2.2.        L’autoriconoscimento: la donna si riconosce in quanto Altra

2.3.        Il riconoscimento di sé nell’altra: la rispondenza tra due soggettività

2.3.1.     La fusionalità come limite e la soluzione nella mediazione

2.3.2.     La dialettica hegeliana servo-padrone alla prova del riconoscimento tra soggettività femminili

2.4.        La relazione costitutiva della soggettività

2.4.1.     Relazione ed estraneità

2.4.2.     Le pratiche. La relazione tra donne come inizio e criterio

 

  1.            Tra linguaggio ed essere. Privazione, relazione, soggettivazione

3.1.        Pensiero in presenza: il linguaggio come tessuto

3.1.1.     Il linguaggio è relazionale

3.1.2.     Oltre il verbale: il corpo inconscio e la presenza

3.2.        Alla ricerca di una parola autonoma

3.2.1.     Condividere la narrazione

3.2.2.     Le pratiche. Partire da sé come misura per l’agire nella realtà

3.3.        Una mancata corrispondenza

 

  1.            Soggettività, conoscenza

4.1.        Sulla tradizione maschile della conoscenza

4.2.        Anche il mondo è alterità

4.3.        Soggettivazione come potenziamento

4.3.1.     Una parola di verità

4.3.2.     Trasformazione di sé come partire da sé

 

  1.            Pratiche di pensiero. Tabula rasa e ribaltamento

5.1.        La tabula rasa: spazi liberati per la ricerca di sé

5.1.1.     Epoché husserliana e tabula rasa

5.1.2.     Le pratiche

5.1.3.     Il patire e l’approdo alla fiducia

5.1.4.     Tabula rasa e ribaltamento. L’oblio e l’essenziale

5.2.        Il ribaltamento. Esperienza del passato, creazione di genealogie

5.2.1.     Il ribaltamento nel canone patriarcale   pag.

5.2.2.     Il ribaltamento per un pensiero e un simbolico femminili

5.2.2.1. La donna muta

5.2.2.2. L’isterica

5.2.2.3. La madre

Conclusioni

Bibliografia

Valeria Mercandino
Valeria Mercandino

Valeria Mercandino ha studiato Scienze Filosofiche a Roma Tre e si è laureata con una tesi sulla pratica politica dell’autocoscienza in Italia. È dottoranda di Filosofia politica presso l’Università degli studi di Verona e sta lavorando al con (...) Maggiori informazioni