FRANCESCA BOTTARI, Storica dell’arte e specialista in analisi del patrimonio culturale, insegna e scrive. Ha lavorato per un biennio presso il Centro Servizi Educativi del MiBAC nella progettazione didattica dei musei pubblici. Ha redatto saggi e monografie a carattere storico-artistico (Borromini, 1999 e Bernini, 2000, per Artemide ed.), di museologia e valorizzazione territoriale per l’Istituto Poligrafico dello Stato. In ambito pedagogico, ha pubblicato un testo di Didattica di beni culturali per scuola e università (Zanichelli, 2002) e il testo universitario di I beni culturali e il paesaggio (Zanichelli, 2007).
Ho chiesto a Francesca di parlarmi di due donne del mondo dell’arte, che abbiano avuto un percorso di vita e di formazione particolare, ma che fossero donne italiane proprio perchè, attraverso le loro vite, potessimo riscoprire la cultura italiana nei confronti di donne che scelgono, decidono e si costruiscono un percorso fuori da schemi precostituiti: Palma e Titina.
FRANCESCA TRICARICO, attrice e regista, svolge la sua attività nelle scuole, presso il Centro diurno di Aprilia e, da qualche anno nel carcere femminile di Rebibbia. Ci conosciamo già, insieme in alcune battaglie sul territorio pometino, le chiedo di raccontare la sua esperienza e le motivazioni che la sorreggono. Il teatro in carcere è stata una conquista da quando qualcuno ha cominciato a pensarlo come una pedagogia atta alla ricomposizione di identità perdute, a favore di una nuova possibilità d’ integrazione per coloro che si trovano reclusi, fuori dalla vita quotidiana della società.