Dopo aver ascoltato le relazioni e gli interventi, sono stata stimolata e a riflettere sulle questioni affrontate, ponendo alla base delle argomentazioni la mia personale dimensione.
La sessualità è un’area della nostra esistenza molto vasta e dai confini indefinibili in quanto noi siamo corpo e la percezione delle sensazioni fisiche ci accompagna sempre nel corso della nostra esperienza.
Se non facciamo esperienza attraverso i sensi, non facciamo esperienza, non conosciamo e non sappiamo.
Questa caratteristica del nostro vivere, può arrecare confusione, spesso, quando non si riconoscano e distinguano le origini e le finalità di date sensazioni.
Vorrei iniziare dall’ultima domanda-intervento di…………….. che pone il problema del doversi ritrovare intrappolati nello storico dualità mente/corpo, ogni qualvolta si parli di sessualità, dove prevale la considerazione per gli aspetti ‘tecnici’, ed io aggiungerei per quelli d’impatto dovuti all’uso provocatorio che si fa di determinati aspetti di una sfera molto complessa.
Io credo che dovremmo porre la nostra attenzione sulla sessualità come forma di espressione e di vissuto emozionale che si basa su un linguaggio non verbale ma concreto, che siamo noi stessi in quanto corpo in relazione con gli altri.
La scoperta della sessualità ci riguarda singolarmente dalla prima infanzia e ci riguarda sempre fino a quando saremo su questa terra.
In uno studio che ho svolto per una tesi sulla persona e sui linguaggi verbali e non verbali in relazione alla società dei consumi (Unicità della Persona e realtà della società consumistica 2010-2012), ho richiamato l’attenzione sull’analisi reichiana, di cui ho fatto esperienza. In particolare al passaggio in cui Reich inserisce l’essere umano nella sua interezza in una dimensione cosmica, all’interno della quale si genera e si espande l’energia orgonica.
Wilhem Reich (1857/1957) è stato protagonista, seppure in parte frainteso, della rivoluzione sessuale, ma la sua ricerca non si esaurita in quella circostanza contingente .
Per tornare al nostro incontro, riprendo uno spunto dall’intervento proposto da………………..a proposito di un seminario svoltosi 2 anni fa circa sul tema sessualità per le giovani donne in un confronto con la generazione delle donne degli anni ’70. Era emerso il termine violenza, violenza che suscita un immaginario erotico, ma che oggi naturalmente ci fa pensare solo ai femminicidi.
Io vorrei porre la questione in altri termini, facendo una distinzione tra: aggressività e violenza.
L’aggressività ha una valenza positiva, si può finalizzare in modo positivo ed ha una sua parte nella sfera sessuale. La violenza è altro, si lega al potere e al desiderio di prevaricazione e sopraffazione. Non è un caso che molti degli omicidi partano da uno stimolo cosiddetto ‘sessuale’.
Ho sentito, ma non ricordo a quale punto dell’incontro, parlare anche di sado-masochismo di cui accenna qualcosa anche De Beauvoir nel senso di carattere che è latente nel rapporto fisico uomo-donna. Credo che anche qui sia necessario distinguere la tendenza, che è qualcosa di diverso dall’essere pervaso da un carattere sadico o masochista.
- Fromm analizza le origini di questi caratteri, in Psicanalisi dell’amore, che sono tipici di coloro tendenti verso la morte (la nota contrapposizione Eros-Thanatos) diversamente da coloro che amano la vita e sono creativi. Se invece vogliamo approfondire il discorso sul sadismo nel senso della volontà di reificazione del corpo umano, troviamo materiale su cui riflettere negli scritti del marchese di Sade.
In questo periodo siamo testimoni di ciò che provocano pratiche sado-masochiste, dette anche ‘giochi erotici’, diffuse intorno a noi, cioè la morte di uno anzi spesso di una, dei due praticanti.
Ora mi chiedo: quale desiderio esprime una persona rispetto a sé e all’altra se non è in grado di rendersi conto che l’altra sta morendo, se non vuole o non è in grado di fermarsi prima che ciò accada? (ed è stato dimostrato che è così che va)
Credo che ci siano molti malesseri che ricadono nella sfera sessuale, molte sindromi che sono determinate socialmente quando a una persona non è consentito di svilupparsi culturalmente, quando non è libera di crescere e svilupparsi.
Riprendo dalla mia tesi :
“A livello della persona, Reich utilizza il termine corazza per indicare l’ancoraggio bio-psicologico della repressione emozionale, lo scudo sia fisico sia mentale dietro il quale la personalità si nasconde, si maschera, per proteggere l’individuo.Vengono, così, a determinarsi sia la struttura psichica (Corazza Caratteriale) che somatica (Corazza Muscolare). L’effetto finale del processo di corazzamento porta a una scissione fra amore e sessualità”.
E qui abbiamo fatto un passo avanti ancora: parliamo di sentimenti.
E poi ancora circa la dimensione cosmica e naturale in cui W. Reich pone l’essere umano e la sua energia sessuale:
“Il contatto pieno con la propria energia biologica se, da un lato, apre le porte al vero contatto con la natura e con il cosmo, rappresenta, per un organismo corazzato, un’esperienza terrificante che non è assolutamente in grado di fronteggiare. Un organismo cronicamente contratto, pieno di odio e di paura, non può che albergare dentro di sé una concezione sadico-pornografica della sessualità. Una sua liberazione totale e immediata porterebbe solamente al caos e alla più pura brutalità. Cosa che del resto succede regolarmente quando le maglie della corazza si allentano, ad esempio durante le guerre”.
Penso che sia proprio ciò che sta accadendo (dai femminicidi ai giochi erotici che provocano morti). Che cosa può provocare la liberazione di un’energia così grande come quella sessuale, in un individuo frammentato, pieno di paure e frustrazioni se non la violenza, un’energia scomposta e distruttiva, fino al desiderio di sopraffazione sull’altro? W. Reich ci dà una traccia importante su cui riflettere.
Mi sono accorta di non aver citato neanche una volta le parole omosessualità, lesbismo o omofobia… ma è che ho affrontato la sessualità partendo dalla Persona, come essere unico e irripetibile nelle sue proprie caratteristiche, tutte le sue caratteristiche, di qualsiasi tipo.