AA.VV., Maestre allo sbaraglio, Edizioni Astragalo, collana I manuali, maggio 2013
Maestre allo sbaraglio, da un’idea di Anna Bossi e Rita Prella
di Laura Nanni
Dopo l’Introduzione di Gabriella Colla, la Prefazione di Franco Gnoppetti, Anna Bossi e Rita Prella raccontano com’è nata l’idea di questo libro: quasi per caso, da un incontro tra amiche, vicine per passioni ed interessi, che vogliono parlare della passione della scuola, dell’innamoramento per una professione che non è solo una professione perché è passione e vita, anzi vite che si intrecciano, quelle delle maestre e quelle degli alunni.
Il libro è un racconto della vita da maestra, e qualche maestro, degli ultimi sessant’anni circa, ma illumina la realtà della passione di tante insegnanti che attraverso iniziative e progetti ampliano gli orizzonti e le possibilità di formazione e di conoscenza degli alunni.
Questo innamoramento per il lavoro e la gioia creativa che vince sulle difficoltà in cui la scuola versa, sono un messaggio molto chiaro e significativo per il lettore che inizia a leggere il testo.
I sedici capitoli sono come pagine di diario, raccontano storie di maestre-alunne e di maestre e maestri in tempi in cui insegnare significava anche vivere una vita avventurosa (ci sono episodi divertenti) in luoghi impervi, in mezzo alla campagna, aule rimediate e riadattate, in piccoli paesi. Raccolgono le storie che dagli anni Quaranta fino ai tempi recenti testimoniano le esperienze scolastiche, mettendo al centro avventure e riflessioni sulle ultime trasformazioni dovute alle riforme, ai cambiamenti socio-culturali, l’arrivo di tanti migranti.
Il titolo sottolinea come le maestre, e anche qualche maestro, siano andati spesso “allo sbaraglio”, da quando per lo Stato si trattava di impegnarsi nell’alfabetizzare una popolazione il cui tasso di analfabetismo in alcune regioni del Sud poteva arrivare al 30%; non conosceva la lingua italiana “standard”, ma solo il dialetto.
Andare allo sbaraglio è ancora una caratteristica di questa professione, perché quando si inizia a lavorare, bisogna essere disposti a spostarsi per andare a prendere la cattedra dove c’è posto.
Dopo i racconti, una breve e sintetica raccolta di norme ricorda alcuni passaggi essenziali della scuola elementare, come amano definirla ancora le autrici, piuttosto che primaria, come oggi è stata ri-nominata.
P.s. Per me, che ora insegno con passione nel liceo, che ho insegnato con tanto amore nella scuola elementare, è stato ritrovare tante emozioni e provare di nuovo la stessa passione e le stesse preoccupazioni.