Françoise Collin (1928-2012), fondatrice della rivista “Les Cahiers du Grif”, è stata una delle maggiori protagoniste del femminismo francese. Da sempre attenta alla tradizione, è stata anche vigile dinnanzi alla riflessione delle giovani generazioni femminili. Ha fatto sua la convinzione secondo cui il femminismo, inteso nel senso più ampio, debba lavorare sull’ordine simbolico poiché altrimenti le conquiste sociali delle donne saranno a rischio in quanto non produrranno nuovi fondamenti per una comprensione condivisa del mondo.
Bibliografia completa: Françoise Collin. L’insurrection permanente d’une pensée discontinue di Mara Montanaro, (2016) http://www.pur-editions.fr/detail.php?idOuv=4119
Bibliografia
Penser/agir la différence des sexes. Avec et autour de Françoise Collin, Transmission(s) féministe(s), 2011
La posta articolata dal femminismo negli anni ’70 non appartiene a nessuna istituzione, a nessun gruppo, a nessun individuo né ad alcuna teoria, essendo il suo centro ovunque «e la sua circonferenza da nessuna parte». Il femminismo resta un compito, arduo, ma comunque sempre sorprendente. Collin sottolinea la fecondità del lavoro finora compiuto e la necessità di creare un ponte con quella che è la complessità attuale. In ogni momento è necessario ricercare il dialogo per poter giudicare e decidere, dal momento in cui sia giudizio che decisione non sono mai la semplice conclusione di un sapere, ma anche lo schizzo di un progetto.
Parcours féministe, con Kaufer Irène (Bruxelles, Labor 2005)
I primi capitoli di Parcours féministe riprendono gli slogan del femminismo degli anni ’70. Molte delle rivendicazioni di quegli anni sono divenute oggetto di legge (è il caso della legge sui salari, o ancora quella sulla violenza domestica) consentendo, inoltre, una più profonda riflessione circa il necessario passaggio dalla rivoluzione al riformismo. Il libro si snoda poi passando attraverso un’attenta analisi teorica che vede protagonista la posizione post-metafisica applicata alla questione della differenza dei sessi. Gli ultimi capitoli del libro trattano l’arte, la ricerca femminista ed un bilancio delle esperienze di trent’anni di «nouveau féminisme».
Repenser le politique. L’apport du féminisme américain, con Pénélope Deutscher, (Campagne première / Les Cahiers du Grif, Paris, 2004)
Prendendo in considerazione il rapporto che intercorre tra femminismo francese e femminismo americano, l’intento del saggio, lungi dal voler determinare delle gerarchie, è piuttosto quello di ridurre alcune delle incomprensioni rispettive poiché «rien de ce qui est féministe ne nous est étranger».
Les femmes de Platon à Derrida, antologia curata da Françoise Collin, Evelyne Pisier e Eleni Varikas (Plon, 2001), v. materiali – testi di riferimento
Il problema della differenza sessuale, nella tradizione filosofica, non è affatto assente né tantomeno marginale. A determinare l’assenza della questione sono le scelte della tradizione universitaria. Le autrici di Les femmes de Platon à Derrida sostengono la necessità di portare uno sguardo nuovo su quelle stesse opere per poter far emergere la complessità e la differenziazione all’interno della questione.
L’Homme est-il devenu superflu. Hannah Arendt, (Odile Jacob, Paris, 1999)
Attraverso questo saggio Collin ci consegna un’eccellente introduzione al pensiero di Hannah Arendt. L’autrice è soprattutto interessata alla capacità harendtiana di preservare l’agire in comune in un mondo contrassegnato dall’esperienza totalitaria e dalla strumentalizzazione dei rapporti umani e sociali. Il titolo fa riferimento a questi due fenomeni della nostra epoca: il genocidio, capace di eliminare dei lembi interi dell’umanità sotto il pretesto di una purificazione, ed i progressi della tecno-scienza.
La differenza dei sessi nella filosofia. Nodi teorici e problemi politici (Milella, 1997)
La differenza dei sessi nella filosofia prende in considerazione il «soggetto» in quanto incarnato e dunque sessuato. La sessuazione del soggetto è infatti necessaria all’interno dell’analisi di qualsiasi fenomeno, tanto più se si tratta di filosofia, non essendo essa esclusivamente epistemologia, ma anche politica, estetica ed etica. La filosofia, essendo rimasta vicino al sacro, ha fatto sì che i filosofi («guardiani della verità, o della non-verità») abbiano conservato un rapporto con la casta dei chierici, con il loro linguaggio difficile ed i loro privilegi. Una ragione dinamica, diversa da una ragione dialettica (finora via maestra della filosofia) potrebbe essere la chiave per il raggiungimento, e la scoperta, dell’altro attraverso la differenza sessuale.
Maurice Blanchot et la question de l’écriture, (Gallimard, Paris, 1971-1988)
Maurice Blanchot occupa un posto centrale, nonché eccentrico, nel pensiero francese contemporaneo. Egli ha elaborato un’opera solitaria in cui scrittura e letteratura condividono un legame profondo. L’opera di Collin è una riflessione sul lavoro di Blanchot, definito dall’autrice «frammentario», e dei suoi temi maggiori.
Articoli pubblicati su DWF
Antigoné. La giovane, la madre, la morte, 2005, n. 1
La potenza delle tenebre. Donne e creazione, 2005, n. 4
Dall’insurrezione all’istituzione, 1968-2008, 2005, n. 4
Politica e poetica, 1996, n. 32, pp. 90-100
Pluralità Differenza Identità, 1995, n. 26-27, pp. 80-94
Tempo natale, 1993, n. 20, pp. 33-48
Pensare / raccontare. Hannah Arendt, 1986, n. 3, pp. 36-44
Link
Addio a Françoise Collin: http://www.iaphitalia.org/addio-a-francoise-collin-polifonica-e-plurale/
Il profilo politico filosofico e intellettuale di Françoise Collin, di Rosi Braidotti: http://www.iaphitalia.org/rosi-braidotti-thinking-with-an-accent-francoise-collin-les-cahiers-du-grif-and-french-feminism/
Gli articoli dei Cahiers du Grif: http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/revue/grif
L’altra metà della filosofia, intervista di Federica Giardini (Il Manifesto, 8.6.2001)
Questions à André Gorz (Questions posées par) in Marie-Victoire Louis, Françoise Collin, Nouvelle pauvreté, Nouvelle société (Les Cahiers du Grif, Printemps 1985)