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Convegno Nazionale – Saperi di Genere
2 Agosto 2016 -8:00 - 1 Ottobre 2016 -23:55
Trento, 20-21 gennaio 2017
CALL FOR PAPERS
Scienza e conoscenza sono tra i domini sociali in cui le asimmetrie di genere sono più radicate e
persistenti. Il convegno nazionale SAPERI DI GENERE si propone di affrontare il tema dell’intreccio
tra genere e saperi, a partire dalla presentazione dei risultati del progetto europeo GARCIA, che ha
indagato le differenze di genere nel mondo accademico con specifica attenzione alle prime fasi
della carriera. Il convegno discuterà le principali azioni implementate presso l’Università degli Studi
di Trento e sarà al contempo occasione per riflettere sull’elaborazione e la circolazione dei saperi
di genere, sulla loro traduzione in diritti e politiche e sulla tensione tra conoscenze accademiche e
sollecitazioni provenienti dai movimenti sociali.
Le asimmetrie di genere tuttora esistenti nei diversi contesti di produzione di conoscenza –
l’accademia così come altri ambiti di ricerca e di elaborazione – si fondano sull’esistenza di
stereotipi di genere, di pratiche e modelli culturali che tendono a definire e riprodurre opportunità
e destini differenziati e non paritetici per donne e uomini. Tali asimmetrie sono d’altra parte
consolidate dal presupposto epistemico che la scienza, così come la stessa conoscenza, sia
transculturale, universale e neutra rispetto alle differenze di genere. In tal senso, si apre una sfida
per chi intende operare in una prospettiva di equità e pari opportunità, non solo riguardo al
raggiungimento di una maggiore presenza delle donne nei percorsi professionali e nei processi
decisionali, ma anche in merito alla messa in discussione critica del processo stesso di costruzione
della scienza e della conoscenza.
Di seguito vengono proposte alcune domande guida, che articolano il tema del convegno in
maniera interdisciplinare e intersezionale attorno a quattro ambiti: università e carriere
accademiche; movimenti sociali; diritti e politiche; educazione e formazione. In linea con
l’impostazione interdisciplinare con cui ci proponiamo di interrogare le relazioni tra saperi di
genere, scienza e conoscenza, si sollecitano contributi originali, collocati entro una pluralità di
ambiti empirici, prospettive teoriche e impostazioni metodologiche.
Università e carriere accademiche
• Qual è l’impatto delle politiche del lavoro e dei regimi di welfare sugli squilibri di genere
all’interno del mondo accademico?
• Quali lenti interpretative possono essere sviluppate per comprendere e spiegare la
persistenza di squilibri di genere all’interno del mondo accademico, nonostante la
crescente presenza femminile nei percorsi scolastici e di alta formazione?
• Negli ultimi anni una crescente affermazione dei modelli organizzativi di stampo
neoliberista ha caratterizzato le università e il mondo della ricerca. In che modo i nuovi
orientamenti di governance e le pratiche organizzative emergenti incidono sulle dinamiche
di genere nei contesti accademici?
• Quali sono le implicazioni di genere della crescente enfasi sui costrutti di performance,
meritocrazia ed eccellenza per i processi di reclutamento e per le carriere universitarie?
• In che modo i processi di precarizzazione e le differenze di genere si intrecciano all’interno
delle organizzazioni scientifiche e di ricerca e nei contesti accademici in particolare?
• Quali sono le principali comunanze e quali le differenze di genere che caratterizzano i
processi e i percorsi di carriera nelle discipline scientifico-tecnologiche e socioumanistiche?
In che modo la crescente valorizzazione delle prime rispetto alle seconde
incide sugli assetti di genere?
• In che modo le asimmetrie di genere presenti all’interno dei contesti accademici si
intersecano con altre differenze, ad esempio generazionali, di classe, geografiche, etniche?
• Quali strumenti e azioni vengono adottati all’interno delle università per contrastare gli
squilibri di genere nei processi di reclutamento e nelle progressioni di carriera e per
garantire condizioni di pari opportunità? Con quali esiti? Con quali resistenze?
Movimenti sociali
• Che legami esistono tra le culture e le pratiche di genere espresse all’interno dei
movimenti sociali e i processi di produzione di identità collettive, visioni del mondo,
linguaggi?
• Come si costruisce l’intreccio tra ‘fare genere’, ‘fare maschilità’ e fare mobilitazione
politica?
• Qual è e/o quale è stato il ruolo dei movimenti sociali nella costruzione sociale e culturale
del genere? Come è possibile esplorare tali relazioni, dal punto di vista della ricerca e della
riflessione scientifica?
• I saperi e le politiche di genere hanno modificato o stanno modificando organizzazione,
pratiche, processi decisionali e strategie dei movimenti sociali? Le trasformazioni
osservabili nelle strategie, nelle pratiche e nel linguaggio dei movimenti sociali
riflettono/anticipano più ampi cambiamenti sociali?
• In che modi e in che misura si può parlare di intersezionalità tra genere ed altre dimensioni
(politiche, culturali, tematiche) all’interno dei movimenti sociali?
• Qual è e/o quale è stato il ruolo dei movimenti delle donne, femministi, LGBTQI* e queer
nell’elaborazione di nuove forme di azione collettiva, di circolazione della conoscenza, di ridefinizione
del paradigma contemporaneo della cittadinanza e dei diritti ad esso correlati?
• Negli ultimi anni il concetto di genere e gli studi in tale ambito sono stati al centro di un
forte attacco pubblico. Che tipo di linguaggi, discorsi e immaginari mobilita tale attacco?
Quale galassia sociale lo anima? Che interrogativi e sfide conoscitive pone alla comunità
scientifica? In un’analisi comparativa di movimenti sociali tra loro in opposizione (ad
esempio, movimenti conservatori e movimenti progressisti), è possibile rintracciare
elementi di continuità e/o divergenza in termini di pratiche, politiche e culture di genere?
Diritti e politiche
• Quali sono i saperi che contribuiscono alla costruzione delle norme antidiscriminatorie? Vi
sono ambiti di policy in cui il sapere di genere è dominante?
• In passato la riflessione “di genere” e i movimenti femministi hanno avuto riflessi
sull’apparato normativo. Quali sono attualmente i problemi applicativi di quel quadro
normativo e in che misura coinvolgono le politiche pubbliche a livello nazionale e locale?
• Qual è il rapporto fra normativa vigente e diritto vivente? Fino a che punto il contributo
della giurisprudenza nazionale e sovranazionale incide sulla portata e sulla cogenza delle
disposizioni?
• Come opera nel settore della parità di genere il dialogo fra ordinamenti (regionali,
nazionale, sovranazionale a vari livelli) e fra corti?
• Quali sono le nuove frontiere del diritto sollecitate dall’attuale dibattito emergente dalla
riflessione “di genere”?
• Il sapere di genere prodotto in ambito accademico ha un ruolo legittimo o contestato nel
dibattito pubblico e politico?
• Il processo di costruzione e riforma di organismi di garanzia per la parità di genere (ad
esempio nel caso dei recentemente istituiti Comitati Unici di Garanzia) ha beneficiato
dell’apporto del sapere di genere?
• La strategia di gender mainstreaming ha portato alla proliferazione di cosiddetti/e gender
experts: da dove deriva la loro conoscenza e come viene usata? Che relazione esiste tra la
gender expert knowledge e la feminist knowledge?
• Le donne in politica sono portatrici di un sapere di genere condiviso? Quale tipo di
relazione si è instaurata tra donne in politica e donne nelle amministrazioni (femocrats)?
• Fino a che punto la politica conia o adotta politiche di genere? Fino a che punto le buone
prassi amministrative possono correggere le possibili storture delle norme e influenzare i
legislatori?
Educazione e formazione
• Le asimmetrie di genere nelle discipline scolastiche non si correggono con la semplice
aggiunta di voci femminili: quali pedagogie di genere possono implementare quella
revisione paradigmatica dei saperi disciplinari che può produrre il cambiamento culturale
necessario al raggiungimento dell’equità di genere?
• Le differenze di genere nella comunicazione dei saperi disciplinari si intersecano sempre
con altre differenze. Quali limiti e vantaggi si identificano nell’educazione
all’intersezionalità? Quali pratiche pedagogiche trasmettono intenti e complessità della
teoria queer?
• Come può tradursi in educazione e formazione la produzione accademica del discorso di
genere? Quali teorie trovano applicazione pedagogica e come?
• Quali sono i limiti e i vantaggi degli Studi di genere, intesa come (inter)disciplina
accademica? In che misura e con quali modalità possono configurarsi quale (inter)disciplina
scolastica?
• Gli Studi di genere vengono separati dalla Teoria femminista, secondo la visione che separa
il mondo accademico dalla società civile, il pensiero intellettuale dalle idee che animano i
movimenti sociali: quali sono i limiti e i vantaggi strutturali e culturali di questa
separazione?
• L’esperienza dell’educazione alle differenze di genere nelle scuole è varia e pluriennale, ma
la recente campagna “anti-gender” l’ha messa sotto accusa: quali strategie educative, di
insegnamento e di comunicazione possono essere messe in atto per contrastare tali
censure? Quali reti si possono tessere dentro e oltre il mondo scolastico per contrastare
questo attacco ideologico?
Modalità e tempi di partecipazione:
Le persone interessate a presentare contributi al convegno dovranno inviare un abstract, della
lunghezza massima di 500 parole, agli indirizzi di posta elettronica garciaproject@unitn.it e
csg@soc.unitn.it, entro il 1 ottobre 2016. Gli abstract verranno selezionati dal comitato scientifico,
che definirà inoltre le sessioni tematiche entro cui si articoleranno i lavori. La conferma
dell’accettazione sarà comunicata entro il 4 novembre 2016. I contributi selezionati dovranno
essere elaborati in forma scritta (massimo 8.000 parole, bibliografia inclusa) entro il 20 dicembre
2016.
Quote di iscrizione:
L’iscrizione potrà essere effettuata sulla pagina web del convegno, entro il 20 dicembre 2016.
50 €: personale accademico strutturato e professioniste/i.
Gratis: precari/e della ricerca, studenti/esse, personale UNITN e soci/e del CSG.
La quota di iscrizione include i materiali del convegno, i coffee break e i pranzi. La cena sociale avrà
luogo la sera di venerdì 20 gennaio, al costo di 25 euro a persona (da prenotare al momento della
registrazione).
Comitato scientifico:
Luisa Antoniolli, Elisa Bellé, Silvia Bertola, Rossella Bozzon, Valentina Chizzola, Maria Micaela
Coppola, Giovanna Covi, Francesca Di Blasio, Alessia Donà, Mariangela Franch, Claudia Loro,
Annalisa Murgia, Maria Paola Paladino, Barbara Poggio, Stefania Scarponi, Alexander Schuster,
Giulia Selmi, Anna Simonati, Paola Villa.
Comitato organizzatore:
Elisa Bellè, Maria Micaela Coppola, Giovanna Covi, Alessia Donà, Francesca Fiore, Stefano
Kegljevic, Annalisa Murgia, Barbara Poggio.