Angela Davis: Turchia, liberate Leyla Guven, in sciopero della fame
Apparsa oggi sul New York Times, diffondiamo su Iaph-Italia questa lettera-appello, esempio di solidarietà transnazionale tra donne in lotta.
L’accademica e attivista ex-prigioniera politica, componente, alla fine degli anni ’60 del Black Pathers Party, Angela Davis, richiama il governo turco al rilascio della prigioniera politica curda Leyla Guven che si trova da ormai più di due mesi in sciopero della fame. La condizione critica di prigionia di Leyla Guven, denunciata a livello internazionale, avviene in Turchia, dove vige una gravissima dittatura politica: migliaia di donne, deputate democraticamente elette, giornaliste, accademiche, sono state incarcerate in massa. Con l’uso di politiche genocide, il governo turco di Erdogan ha dichiarato più volte la volontà di sterminio del popolo curdo, attraverso l’azione interna poliziesca e con la più recente dichiarazione di guerra contro la Federazione Democratica della Siria del Nord/Rojava in cui, ispirato dal pensiero filosofico di Abdullah Ocalan, si è messo in atto con successo da oltre di sette anni un modello rivoluzionario e di coesistenza pacifica tra popoli, basato sulla liberazione delle donne all’interno della visione del mondo del confederalismo democratico.
Mentre si sviluppa una repressione della solidarietà internazionale nei confronti del movimento di liberazione curdo, le parole riportate da Angela Davis ci ricordano come siano di fatto le alleanze inter-storiche ad essere alla base di ogni trasformazione sociale, al patto che ci si assuma un impegno politico multidimensionale e al di là dei confini all’interno di una cornice antirazzista, interculturale contro il potere, in una solidarietà attiva basata sulla simultaneità non-sincronica della temporalità delle lotte, sui contesti comuni di lotta e sulle connessioni sistemiche.
In una precedente lettera inviata a Leyla Guven, Leila Khaled, icona del fronte di liberazione del popolo palestinese, ha rivolto a lei queste parole : ” Nel mio nome, e nel nome delle donne palestinesi, userò la mia voce di fronte a tutti attacchi portati avanti contro le rivoluzionarie. Baciandoti sulla fronte, stringo la tua mano. Tu sei un modello per tutte le donne nel mondo”.
Il grido che giunge, con il gesto radicale di lotta di Leyla Guven, che ha iniziato lo sciopero della fame per opporsi all’isolamento carcerario del leader politico curdo Abdullah Ocalan e contro la guerra di invasione spietata mossa dalla Turchia, rompe ogni confine, assumendo in questa fase di storica resistenza del movimento delle donne curde, un significato universale.
In questi momenti di rottura, laddove al centro viene posta la vita ed il suo senso più profondo, siamo chiamate, come accademiche, attiviste, ricercatrici, militanti a posizionarci nelle nostre vite ed esperienze, con l’urgenza di essere parte attiva dell’interconnessione storica tra donne nelle lotte organizzate.
Angela Davis: Turchia, liberate Leyla Guven, in sciopero della fame
New York Times, 16 Gennaio 2019
Leyla Guven, deputata del Partito Democratico dei Popoli in Turchia, in questi ultimi due mesi ha intrapreso uno sciopero della fame a oltranza. Dopo aver dedicato i suoi sforzi politici nel corso degli anni alla lotta contro le invasioni e occupazioni militari illegali dello stato turco nei confronti delle regioni curde e contro le continue violazioni dei diritti umani in Turchia, ora offre la sua vita in segno di protesta contro l’isolamento di Abdullah Ocalan, leader del “Partito dei Lavoratori del Kurdistan”, e di altri prigionieri politici curdi. Leyla Guven è una grande fonte d’ispirazione per le persone di tutto il mondo che credono nella pace, nella giustizia e nella liberazione. Mi unisco a tutti coloro che la sostengono e sono in attesa di condannare le condizioni repressive della detenzione di Ocalan. Come Leyla Guven, migliaia di leader e rappresentanti del Partito Democratico dei Popoli e del Partito delle Regioni Democratiche sono dietro le sbarre. Il maggiore movimento ad ombrello femminile della Turchia, il Congresso delle donne libere, fondato in Kurdistan, è stato sciolto con la forza e molte delle sue attiviste sono state incarcerate . E coloro che hanno denunciato l’uccisione indiscriminata di migliaia di persone curde da parte dell’esercito turco dopo la rottura del processo di pace nel 2015 sono stati criminalizzati in molti modi. Quelli di noi che negli Stati Uniti hanno protestato contro l’espansione del complesso industriale carcerario sono stati incoraggiati nel corso degli anni dalle coraggiose azioni dei prigionieri politici curdi – specialmente dalle donne, che hanno resistito alle prigioni di tipo americano in Turchia. Dovremmo ora seguire l’esempio e il ruolo guida di Leyla Guven nel protestare contro l’isolamento di Abdullah Ocalan, riconosciuto come capo negoziatore che rappresenta i curdi nei colloqui di pace con la Turchia, e che ha dichiarato che la lotta per l’uguaglianza delle donne è centrale al processo rivoluzionario. Mentre altre figure politiche imprigionate sono state rilasciate dopo l’elezione al Parlamento, anche Leyla Guven deve essere liberata.
Angela Y. Davis
Oakland, California
*lettera pubblicata sul New York Times 16, Gennaio, 2019 https://www.nytimes.com/2019/01/16/opinion/letters/angela-davis-turkey-leyla-guven.html