Gli Atelier sono spazi in costruzione dedicati ai contributi di attiviste, artiste e studiose. Raccolgono e sviluppano i pensieri generati dall’esperienza – motore della politica delle donne. Le urgenze del nostro tempo prendono corpo attraverso articoli, documenti, interventi…
L’ Atelier EcoPol – economia/ecologia politica è a cura di Ilenia Caleo, Alessia Dro, Enrica Giannuzzi, Federica Giardini, Gea Piccardi e Isabella Pinto.
Siamo un gruppo che nasce dal desiderio di fare ricercazione su paradigmi alternativi di ecologia ed economia politica transfemministaqueer. Desiderio comune ad alcune donne della redazione Iaph Italia ma che è andato via via intercettando nuove amicizie e compagne di strada, provenienti da altre esperienze collettive, biografiche, nei movimenti e oltre. Abbiamo cominciato questo percorso nel dicembre 2015, dandoci appuntamenti settimanali per studiare insieme su una bibliografia scelta e approfondire delle intuizioni comuni sedimentate da tempo.
La crisi ambientale, economica, sociale e politica che il neoliberismo ha prodotto investe i nostri modi di conoscere e di nominare tanto le criticità quanto il potenziale che l’esperienza di ciascuna di noi porta con sé. Partire dal piano materiale, dalle forme di organizzazione delle nostre vite quotidiane, dalle economie politiche con cui gestiamo e pensiamo l’articolazione tra singolarità e comunità, tra umano e ambiente, significa per noi mettere al centro i corpi – corpi sessuati e desideranti – e le relazioni che costruiamo quotidianamente al di là del paradigma dominante.
Da queste relazioni di prossimità siamo partite per articolare pensieri esplorativi, alla ricerca di teorie e pratiche in grado di cogliere le linee di crisi e di trasformazione del sociale contemporaneo. Abbiamo cominciato a interrogare le categorie ereditate dall’economia politica classica e dalla sua critica marxista, gli approcci femministi alle economie alternative e all’ecologia sociale, incrociando l’epistemologia queer e gli esperimenti di alternativa radicale dal basso, in Italia e altrove.
Si tratta di un cammino dinamico e aperto, che guarda alla creazione di reti di ricerca e di azione politica tra esperienze differenti, convinte che solo la condivisione degli strumenti elaborati da ciascuna possa permettere di immaginare alternative comuni.