Martedì 6 ottobre ore 17.00
Saletta riunioni II piano – Palazzo Zorzi
Lungadige Porta Vittoria 17 – Università degli Studi di Verona
Il Centro Studi Educazione Formazione Differenza Sessuale, istituito nel 2010 per iniziativa di Anna Maria Piussi, attivo presso il Dipartimento di Filosofia, Pedagogia, Psicologia, inaugura una nuova fase di attività in occasione della direzione da me curata.
Il Centro Studi ha finalità di ricerca, documentazione, progettazione e formazione nei diversi ambiti dell’educazione, dell’istruzione scolastica e superiore, della produzione culturale e del lifelong-learning.
La prospettiva proposta dal gruppo proponente del Cesdef è quella di una civiltà delle relazioni ispirata al significante “differenza”, inteso come eccedenza e senso libero di essere donna/uomo e apertura a tutte le differenze che compongono l’esperienza umana, storica e sociale.
La critica al patriarcato, come sistema di dominio, e la costruzione di nuovi punti di riferimento operati dal femminismo negli ultimi quarant’anni hanno mostrato la possibilità di relazioni non neutre con il sapere e con le discipline ma relazioni situate e creative, capaci di leggere i molti cambiamenti in atto. Stiamo attraversando un passaggio epocale: le nuove configurazioni dei rapporti tra donne e uomini, i paesaggi del post-patriarcato, gli assetti che hanno assunto l’economia in relazione alla società e le relazioni tra genere umano e natura. Stiamo vivendo un momento di transizione caratterizzato dalla crisi di alcuni paradigmi significativi per la civiltà occidentale: il patriarcato, l’antropocentrismo, il modello economico centrato sulla crescita. Così come stiamo vivendo l’aurora di altre ipotesi e l’emergere di nuove visioni epistemologiche più vicine e rispettose del vivente.
Le componenti e i componenti del Centro sono impegnati in percorsi e ricerche che riguardano molte delle complesse transizioni in atto nei processi culturali, ecologici e sociali storici ed economici. Itinerari che toccano anche gli ambiti educativi e formativi, sia dal punto di vista dei cambiamenti nei soggetti coinvolti sia dal punto di vista delle premesse alla base di questi saperi.
Quel che unisce trasversalmente le/i partecipanti al Cesdef, nella diversità di provenienze disciplinari e di esperienze, da fuori e da dentro l’università, è il lavoro sulla parola come lavoro nel simbolico attraverso il quale esplorare nuovi paradigmi e nuove ipotesi per le relazioni umane e con il pianeta, con un interesse speciale per l’educazione e la formazione.
Lo stile di partecipazione che vorremmo inaugurare con il nuovo ciclo di attività del Centro è ispirato a due immagini: la prima è quella di una strada da percorrere con altre ed altri vicini e lontani, e la seconda è quella di creare uno spazio di rapporti di collaborazione a geometrie variabili.
Percorrere assieme una o più strade con compagne e compagni non è solo una metafora ma una realtà dei rapporti che esistono già da anni tra di noi. Incontrarci per discutere di ricerche o varie progettualità spesso implica dei movimenti fisici e una dinamica tra un lontano e un vicino da un punto di vista geografico e simbolico. Un lontano-vicino prezioso per mantenere un’attenzione a ciò che ci è più prossimo, in una tensione vitale con ciò che ci viene da lontano e con la misura e il respiro grande che esso porta.
L’idea di percorrere insieme una strada ci conduce alla costruzione di uno spazio, reale e simbolico. Spazio, appunto, aperto da cui entrare e uscire, sostando nei centri che si formano o sulle soglie senza rinunciare alle proprie identità specifiche.
Ciò apre alla seconda immagine, le geometrie variabili, che vuole indicare l’occasione di sostare insieme in una condizione “in comune” fluida, non statica, che preveda tanto la condivisione quanto la contraddizione.