14° convegno AFERT/ESWTR, Salamanca, 24-28 agosto 2011
Di cosa parlano un centinaio di donne interessate alla teologia e femministe? Ma di politica, ovviamente. Delle immigrate del quartiere lavapies di Madrid e della situazione in Palestina, dei femminicidi a Ciudad Juarez (Messico), delle pratiche di riappropriazione delle donne musulmane e dell’ecofemminismo. Forse potrebbe non essere quello che ci si aspetta da un convegno di teologhe femministe (anche se, in realtà, la teologia femminista è in parte legata alla teologia della liberazione, nella quale a sua volta la componente politica è preponderante). Di fatto il 14° convegno della ESWTR ha in parte confermato in parte completamente stravolto le attese, non saprei dire se più l’una o l’altra.
Sicuramente è stato interessante, già a partire dalla sua organizzazione. La cura con cui sono stati pensati alcuni dettagli è già di per sé un segno della sapienza di queste donne. Per fare qualche esempio: erano previsti più gruppi e momenti di discussione a seconda dei propri interessi di ricerca e del gruppo di origine, così da facilitare al massimo l’incontro e lo scambio in più direzioni. Ciascuna di noi ha ricevuto, inoltre, un “big book” con le schede personali di tutte le partecipanti, così da poter allacciare e mantenere i contatti al di là del convegno, anche con chi non si è avuto occasione di conoscere lì per lì. E altro ci sarebbe da aggiungere sulle cene, l’arte, i rituali…
Ma oltre gli aspetti tecnici, che pur hanno una loro rilevanza, il convegno si annunciava interessante a partire dal titolo scelto per quest’anno Teologia femminista: ascoltare, comprendere e rispondere in un mondo secolare e plurale. Che l’europa sia plurale è emerso in maniera evidente già dalla varietà di approcci presentati, ed è qui, a mio avviso, il punto davvero vivo e vitale di questo incontro: la teologia è fortemente determinata dalla filosofia di riferimento – e in un certo senso anche il femminismo lo è – ed entrambi hanno a che fare in maniera più o meno diretta con la politica, sia come vivere comune che come politica istituzionalmente intesa.
Più e oltre i contenuti dei singoli interventi, che nella loro specificità interessano soprattutto le addette ai lavori, quello che si pone a confronto sono gli esiti delle vicende personali e politiche nelle aree di provenienza (si può immaginare la distanza tra paesi con forte tradizione cattolica come Italia e Spagna e paesi come l’Inghilterra o la Germania), le potenzialità e i limiti dei femminismi e non solo (la teoria queer si è confermata come una delle più interessanti, e come sempre, delle più destabilizzanti), le possibilità di immaginare un mondo comune a partire dalle proprie radicalità.
Il convegno è stata anche l’occasione per festeggiare il 25° compleanno dell’ESWTR e, curiosamente, anche dell’associazione MUJERES y TEOLOGIA, del Col-lectiu de Dones en l’Esglesia di Barcellona e del FEM (Foro de Estudios sobre la Mujer) di Madrid: un elemento di ricchezza in più che ha permesso di ripercorre il cammino percorso in questi anni, tirare le fila di tanto lavoro fatto e continuare ad entusiasmarsi, con un pensiero a tutte quelle donne che hanno aperto la strada quando sembrava sovversivo anche solo pensarlo.
report di Sigridur Gudmarsdottir, Pastor and researcher Gudridarkirkja, Grafarholt, Reykjavík (in inglese) http://www.eswtr.org/uploads/report-gudmarsdottir-conference-in-salamanca.pdf
report di Esperanza Bautista Parejo, riferimento ESWTR per la Spagna. Socia ESWTR, EFETA, ATE (Madrid) (in spagnolo)
http://www.efeta.org/ES/gpermanente.php (Texto publicado en Adital.com)
articoli e commenti al congresso (in spagnolo):
Report a cura di Eleonora Mineo