Mail: lea.melandri[at]gmail.com
Attivista del movimento delle donne negli anni ’70, si è occupata particolarmente della problematica della relazione tra sessi, impegno che continua nella sua ricerca attuale, con particolare attenzione al rapporto tra educazione, ruolizzazione e violenza.
Ha insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Tiene corsi presso l’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano, di cui è stata promotrice insieme ad altre donne fin dal 1987. Redattrice, insieme allo psicanalista Elvio Fachinelli, della rivista “L’erba voglio” (1971-1978), ha tenuto rubriche di posta su diversi giornali (“Ragazza In”, “Noi donne”, “Extra Manifesto”,”L’Unità”). Collaboratrice della rivista “Carnet” e di altre testate, ha diretto, dal 1987 al 1997, la rivista”Lapis. Percorsi della riflessione femminile”.
BIBLIOGRAFIA
- Melandri L. (2017), Alfabeto d’origine, Milano, Neri Pozza.
La scrittura, intesa come esplorazione dell’intimo, diventa un viaggio che si spinge verso zone di frontiera tra corpo e mente, inconscio e coscienza, sogno e realtà.
- Melandri L. (2011), Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà, Bollati Boringhieri, Torino.
Lea Melandri esplora la violenza reale e simbolica annidata all’interno delle relazioni più intime come la sessualità e la maternità. È su quel corpo con cui è stato tutt’uno, e con cui torna a fondersi nell’amplesso, che l’uomo si accanisce. Ma questa fuga estrema dal femminile che si perpetua, atavica, in ogni mano maschile levata sulle donne, conosce un’ultima contorsione, su cui Melandri invita a riflettere: l’attuale spazio pubblico femminilizzato è soltanto una nuova forma di dominio, a conferma ancora una volta dell’asservimento che ha ridotto le donne a vita biologica, virtù domestiche, prestazioni ancillari.
- Manuela Fraire e Rossana Rossanda, Lea Melandri (2008 a cura di), La perdita, , Bollati Boringhieri, Torino.
«C’è un momento in cui “pensare e scrivere la morte” non è più quell’impresa ardua che viene lasciata ai poeti, ai mistici, ai visionari. È quando si apre, dentro il ritmo vertiginoso degli impegni e delle relazioni quotidiane, una smagliatura, il passaggio rapido, inafferrabile di un tempo “altro”, la percezione che i morti, gli amici, i famigliari che abbiamo perduto strada facendo, non ci hanno mai lasciato del tutto». (Lea Melandri)
- Melandri L, (2004), Preistorie. Di cronaca e d’altro , Filema, Napoli.
Una riflessione sul corpo, l’amore, l’infanzia, la famiglia, la convivenza sociale, che prende spunto da fatti di cronaca che hanno colpito l’immaginario collettivo. Una lettura obliqua del nostro tempo che riporta i ‘mostri’ all’esperienza comune per riconoscere le parentele insospettabili tra la violenza e l’amore, la vittima e l’aggressore, tra le libertà dell’Occidente e la miseria del resto del mondo.
- Melandri L. (2002), Come nasce il sogno d’amore, Rizzoli 1988 ristampato da Bollati Boringhieri.
Il ‘sogno d’amore’, inteso come fusione assoluta, miracolosa, è l’eredità più arcaica che la “memoria del corpo” consegna alla storia. Ma è, nel medesimo tempo, la copertura più efficace dell’aggressione che ha comportato, da parte dell’uomo, tenere presso di sè l”oggetto sessuale’ che per primo gli ha dato cibo e piacere. Il possedere e l’essere posseduti hanno un suono diverso se a coniugarli è il linguaggio amoroso o la fredda logica del potere. La possibilità di tenere insieme due “domini”, due “divinità”, che la storia ha ingiustamente e a suo danno voluto dividere, è stata la molla profetica e trasgressiva che ha portato le donne emancipate di fine Ottocento e inizio Novecento a proporsi nella vita pubblica come ‘forza rigeneratrice’ di una civiltà sterile.
- Melandri L., Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia (2001), Bollati Boringhieri, Torino.
L’autrice nella prefazione a questi scritti esemplari di un percorso che nell’ultimo decennio si è trovato a confrontarsi con quella vera e propria ‘contesa per il potere riproduttivo’ che è al centro di uno scenario in cui ricerca genetica e biotecnologie pretendono di spostare la nascita fuori del corpo femminile, d’intervenire sui tratti somatici del nascituro, di sconfiggere la malattia, la vecchiaia e la morte. Il tutto all’insegna di un radicale riduzionismo biologico che sembra cambiare i termini di riferimento della originaria rivendicazione di libertà e autonomia femminile. Le pagine di diario che chiudono il libro recano l’intensa, personalissima testimonianza di una riflessione che coincide con la vita.
- Melandri L. (2000), Una visceralità indicibile. La pratica dell’inconscio nel movimento delle donne degli anni. Settanta, Fondazione Badaracco, Franco Angeli, Milano.
Il modo originale con cui una parte del femminismo ha tentato allora, senza ignorare il contributo della psicanalisi, di riscoprire e modificare i vincoli di una sessualità radicata nell’immaginario, quanto nelle costruzioni storiche del maschile e femminile, richiedeva una lettura più consona, capace di far muovere ancora una volta il pensiero da una pratica di rapporti. Di qui la scelta di un corso di lezioni, “La pratica dell’inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta”, che si è tenuto presso l’Associazione per una Libera Università delle donne di Milano, nel 1996-1997, da cui è nata l’idea di questo libro.
- Melandri L .(1998 a cura di), L’erba voglio. Il desiderio dissidente, Baldini & Castoldi, Roma.
- Melandri L.(1996),Migliaia di foglietti, Moby Dick.
- Melandri L. (1992), La mappa del cuore. Lettere di adolescenti ad un giornale femminile, Rubbettino.
Per tre anni l’autrice, Lea Melandri, ha tenuto sul settimanale “Ragazza In” una rubrica di corrispondenza, intitolata“Inquietudini”, con le adolescenti, di cui ha raccolto testimonianze, confessioni, toccanti sfoghi del cuore. Il volume propone una serie di passi scelti in grado di ricostruire fedelmente mode, miti e sentimenti di un’epoca storica spesso rimasti inascoltati dietro il frastuono assordante ed opprimente della civiltà.
- Melandri L. (1991),Lo strabismo della memoria, La Tartaruga, Milano.
Chi cerca un elemento comune nelle scritture qui raccolte, può trovarlo, più che in un titolo, nella linea discontinua di ragionamenti che ogni volta porta alla luce e riaffonda le sue chiarezze nel luogo enigmatico di passioni remote, disposta agli andirivieni di un tempo che la coscienza domina solo in parte. (Autrice).
- Melandri L. (1979), L’infamia originaria, edizioni L’erba voglio 1977 (Manifestolibri ).
L’infamia originaria è uno dei primi e dei più importanti testi teorici del femminismo italiano, che conserva intatto il suo potenziale di rottura e di provocazione. Il pamphlet di Lea Melandri, che nasceva anche dall’esperienza della rivista “L’erba voglio”, è una critica che investe al tempo stesso l’ordine economico e quello sessuale che, sostiene l’autrice, si implicano e si sostengono reciprocamente. La scoperta della contraddizione di sesso, dell’infamia originaria che segna la società patriarcale, diventa quindi il punto di partenza per mettere in discussione le forme consolidate e tradizionali dell’agire politico, quelle stesse che venivano irrise dal movimento del settantasette.
Elenco dei link dove compaiono articoli, testi, interventi dell’autrice
http://27esimaora.corriere.it/author/lea-melandri/
http://www.minimaetmoralia.it/wp/author/leamelandri/
http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=779
http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=836
http://www.universitadelledonne.it/lea-fachinelli.htm
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?auteur1754
http://www.maschileplurale.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=186
http://www.infoaut.org/articolo/il-discorso-maschile-e-la-cultura-dello-stupro
http://tysm.org/?s=Lea+Melandri
https://www.internazionale.it/tag/autori/lea-melandri
Link
Profilo Libera Università della Donne
http://www.universitadelledonne.it/lea.htm
Scheda curata da Maria Raffaella Fiori e Valeria Mercandino