TROMPE-L’ŒIL
Il mito di Narciso in Hermann Hesse
Edizioni scientifiche italiane, Napoli 1977
La prima monografia di Angela Putino propone una lettura del mito di Narciso in Hermann Hesse. Vi appare la struttura di una società che desidera cogliere l’alterità, ma risulta incapace di viverla se non attraverso un identico travestito. Il soggetto e il suo riflesso formano una totalità monolitica, il gioco delle differenze è differito, esse vengono ricoperte dalla verosimiglianza. Pure, nell’oscillazione perpetua intorno ad un asse simmetrico si crea una nuova scena in cui sembra circolare un «possibile impossibile e non-visibile altro».
SIMONE WEIL. LA PASSIONE DI DIO.
Il ritmo divino nell’uomo
Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 1997
È il frutto dei primi studi weiliani di Angela Putino, nati all’interno dell’esperienza femminista, precisata in una lunga attività di seminari al Centro Virginia Woolf di Roma. La storia della creazione interessa a Simone Weil in quanto storia del mondo che risponde alla domanda della sventura: storia del contatto di Dio col mondo. S’intrecciano in queste pagine riflessioni dense e precise sulla «funzione guerriera», sull’azione non agente, sull’amore impersonale, irrimediabilmente esteriore rispetto alla forza: l’amore si presenta nel vuoto, come ciò che è presente senza presentarsi, senza colmare, l’amore è de-creazione.
AMICHE MIE ISTERICHE
Cronopio, Napoli 1998
Il testo è ispirato da una forte ed appassionata critica (mossa dall’interno: di qui il titolo “amiche mie…”) nei confronti del pensiero della differenza sessuale italiano degli anni Novanta che, ricondotto alla modalità isterica della relazione tra madre e figlia, finisce col produrre rigidità e immunizzazione dall’alterità. La differenza sessuale è invece, per Angela, «libertà possibile di un divenire molteplice che non scaturisce da un’interiorità – germe – ma da una diversificazione attivata». La lacerazione con sé e con l’altra va letta come un dono, il divenire e la differenza sono legate alla separazione e alla partizione, a quel movimento impossibile verso l’altro che gli permette di assumere il «volto estremo dell’estraneità». L’ordine materno rischia invece di condurre il femminismo nelle maglie di una biopolitica che ha già saputo negli ultimi due secoli impiegarne le istanze di cura in una logica di governo del vivente.
SIMONE WEIL. UN’INTIMA ESTRANIETÀ
Città aperta edizioni, Troina 2006
Si trovano condensate in queste pagine le appassionate ricerche di Angela Putino sul pensiero di Simone Weil. Ma questo libro non è una semplice monografia sulla pensatrice francese: si tratta di una lettura filosofica originale che attraversa il mondo frammentato dei Cahiers weiliani seguendo il filo rosso della teoria matematica dei transfiniti cantoriani, della psicanalisi lacaniana e del pensiero della differenza sessuale per andare con Weil, oltre Weil. L’abietto, la sventura di una donna è il posto che occupa nel registro del simbolico, quello di un resto, di un fuori, da cui passa, però, un infinito, a partire da cui il simbolico si fora e lascia vedere il reale. Le donne, come gli infiniti molteplici, saltano il conto per uno: «per tale motivo ogni volta che, senza perdersi nell’empiria, un qualcosa di singolare insiste e si presenta come estaticità della storia umana, ogni volta che un universale – un infinito – passa fuor di definizione e pure sta al mondo, materiale e “incarnato”, si fa strada nelle donne un particolare attaccamento a tali comparizioni». E’ la potenza del “fuori” che resiste ad ogni interiorizzazione, la separazione che rivela il reale intimo estraneo.
DWF – Per Angela, 2007, n. 1 (73)
La notizia della morte di Angela Putino ci è arrivata addosso d’improvviso a metà gennaio, mentre già stavamo lavorando al primo numero del 2007; lasciando da parte e rimandando al numero successivo i ragionamenti già avviati, abbiamo subito deciso di dedicarlo a lei, per onorare e rilanciare il suo pensiero fino all’ultimo “guerriero”. Angela era una donna a tutte noi molto vicina, singolarmente e nel suo rapporto con DWF, che pur prendendo negli anni forme diverse non si era mai interrotto, e si stava anzi rinsaldando in vista di una nuova e più stretta collaborazione. Sappiamo che ci mancheranno la sua intensità, le provocazioni mai gratuite del suo lucido sguardo sul mondo, l’instancabile tessitura di idee e progetti che metteva in atto. L’ultimo progetto, da poco avviato, era il sito “adateoriafemminista”, aperto insieme a Lucia Mastrodomenico, anche lei scomparsa all’inizio di quest’anno, e a Nadia Nappo, Stefania Tarantino, Marilù Parisi, Marina Bruzzese, Maria Vittoria Montemurro, Amalia Mele, Stefano Perna e Tristana Dini. A quest’ultima abbiamo chiesto dunque di presentare brevemente il sito, dopo le poche dense parole di Rosetta Stella, che in un rapido schizzo fa rivivere agli occhi del cuore e della mente la piccola grande figura di Angela – “uno scricciolo di donna, tutta mente, parole e passioni. Tutta vento” – e i luoghi e le relazioni della sua vita.
Ripubblichiamo poi, come peraltro Angela ci aveva chiesto – per il permanere nel tempo che la materialità di una rivista stampata offre rispetto alla volatile comunicazione della rete – il suo ultimo scritto, “Cultura del Sistema”, atto di amore e di rabbia verso la sua città, già apparso appunto nel sito. Segue la riflessione di Paola Masi e Patrizia Cacioli sul momento di passaggio di DWF che vide Angela, che già aveva scritto per noi, iniziare un periodo di regolare collaborazione con la rubrica “Themis”, di cui si ricordano impostazione e tematiche. Infine, sempre a partire da “Themis” ma più in profondità, Federica Giardini ripercorre il contributo originale di Angela al pensiero femminista italiano. Non per “atto di giustizia, né ricordo” ma perché sia – come vorremmo fosse tutto questo numero, “spazio e occasione per scoprire e pensare lo stato delle cose al presente”.
Esercizi di composizione per Angela Putino. Filosofia, differenza sessuale e politica
a cura di Stefania Tarantino e Giovanna Borrello
Liguori, 2010
Con questo libro si propone una prima e originale monografia sul pensiero di Angela Putino. Il suo modo di fare filosofia è sempre andato di pari passo con l’affettività e il senso dello stare in relazione. L’idea è stata subito quella di costruirlo come una composizione musicale, composizione di relazioni a tutt’oggi vive, che trovano in alcune note, preludi, variazioni e intermezzi il modo di restituire tutta la libertà e la vastità del suo sapere. Angela Putino è stata anche e soprattutto una fine filosofa della differenza sessuale e del femminismo italiano. I testi proposti in appendice testimoniano questa sua passione politica, una passione che richiede amore delle relazioni ma anche una necessaria corrispondenza nei gesti, nelle parole, nelle azioni.