Paul B. Preciado, autore di Manifesto Contra-Sexual (2002), acclamato come “Il libretto rosso della teoria queer” e autore di Terrore anale (2018) è stato due giorni in Italia, a Roma. Questo report, sicuramente emozionale, porta con sé il mio tentativo di riprodurre due serate di dialoghi, criticità, dibattiti e amicizia passate in compagnia alle mie compagne del collettivo di autocoscienza.
19/06/2018
Basilica di Massenzio, Festival delle letterature. Luogo formale. Preciado legge: Un appartamento su Urano.
Con molta ironia, Paul affronta il tema del transgenderismo, del binarismo di genere e del desiderio sessuale partendo da sé, come nella migliore tradizione femminista, diventando il protagonista indiscusso del suo racconto. Trascriverò qui gli appunti tratti dalla sua narrazione.
Paul descrive un suo sogno, nella trama dei fili che si viene a creare ci espone le sue perplessità e problematizza alcuni concetti attuali dell’eteronormatività neoliberista.
“[…]La mia vita onirica si è manifestata con la forza di un racconto di Ursula Leguin: ero in macchina e il mio autista era Dominique Fernández. Mi trovavo in un momento della mia vita in cui non sapevo da che parte del mondo vivere. Nel sogno ci trovavamo a guardare il cielo e, in particolare, i pianeti del sistema solare dove, su ognuno, avevo in affitto un appartamento. Chiaramente la mia situazione economica era insostenibile. Meno chiaro era il fatto che Dominique, nel mio sogno, fosse diventato un esperto in questioni immobiliari dell’universo extraterrestre. Probabilmente i suoi libri sul turismo esoterico mi avevano inspirato a trasformarlo nella sua professione. Intento a guardare le stelle con me cominciò a spiegarmi:
- Io sceglierei un appartamento su Marte, inoltre terrei l’appartamento sulla Terra e quello su Saturno, ma lascerei quello su Urano. È troppo lontano! –
Non sono un esperto di astronomia e non conosco né la posizione, né la distanza dei differenti pianeti del sistema solare, ma consultando la pagina di Wikipedia noto con sorpresa che si tratta di uno dei pianeti più lontani dalla Terra, più di Nettuno e Plutone e dei pianeti nani come Cerere, Haumea, Makemake e Eris.
Urano è stato il primo pianeta scoperto con l’aiuto di un telescopio otto anni prima della rivoluzione francese. Fu utilizzata una lente costruita dallo stesso astronomo e musicista che lo vide per la prima volta, osservandolo nel giardino di casa sua in via New King, n. 19, un 13 marzo. Il suo nome era Frederick William Herschel. Tuttavia, alla visione del pianeta, non sapeva se effettivamente si trattasse di un astro enorme o di una cometa senza coda. Lo chiamò Georgium Sidus, la stella di George, per consolare il Re dalla perdita delle colonie britanniche in America. L’Inghilterra aveva perso un continente ma, in compenso, aveva guadagnato un pianeta. Grazie a Urano, Herschel poté vivere di una pensione reale molto generosa, ma per colpa dello stesso pianeta dovette allontanarsi dalla musica per stabilizzarsi a palazzo, in modo tale che il sovrano potesse avere la certezza di non perdere anche la sua nuova conquista coloniale. Per colpa di Urano, si dice che l’astronomo impazzì dedicando tutto il resto della sua vita a costruire il telescopio più grande del XVIII Secolo. Morì a sessantaquattro anni, esattamente il tempo che impiega Urano per compiere un giro del Sole. Si dice che il telescopio fosse così grande che la famiglia lo utilizzò come refettorio per celebrare il suo funerale.
I fisici contemporanei, con lenti più potenti di quella creata da William, descrivono Urano come un gigante gelato di ghiaccio, metano e ammoniaca. Si tratta del pianeta più freddo del sistema solare con venti che possono superare i 900 km/h. Di fatto non possiamo dire che le condizioni abitative di questo pianeta siano idilliache, devo infatti ammettere che Dominique aveva ragione, dovrei lasciare l’appartamento su Urano. Ma il sogno di Urano diventa per me come un virus nel cervello. Non solo voglio viverci, ma diventa, per me, il tetto solido del mondo, il limite della volta celeste, ciò a cui più anelo.
In molti riti greci Urano è visto come il luogo degli Dei; il luogo lontano ed etereo che, seguendo la semantica del sogno, è dove gli dei avevano il loro appartamento. Nella mitologia greca questa narrazione diventa allo stesso tempo sia una storia fantascientifica che anticipa le tecnologie di riproduzione e di trasformazione del corpo apparse solo nel XX e nel XXI Secolo, sia una telenovela nella quale i personaggi si dilettano nell’agire una grande quantità di relazioni non normate, promiscue. Per esempio, viene narrato che Gaia finì con lo sposare suo figlio Urano e che dalla loro unione incestuosa e poco eterosessuale, nacque la prima generazione di Titani, Oceano, Coio, Creio, Iperione, Iapeto e Kronos. Urano è, quindi, allo stesso tempo, figlio della Terra e padre di tutti gli altri. Non è chiaro quale fosse il problema di Urano, ma ciò che è certo è che non è l’esempio di un buon padre, infatti Gaia convince i suoi figli a praticare su di lui un’operazione anticoncezionale definitiva. È possibile osservare questa scena rappresentata nel Palazzo Vecchio di Firenze, nel mezzo del soffitto della sala degli Elementi. Un’ opera di Giorgio Vasari, compiuta durante il XVI Secolo dove Crono castra il padre e dai genitali asportati di Urano nasce Afrodite, Dea dell’Amore. Ciò che comprendiamo dal susseguirsi di queste vicende mitologiche, è che l’amore nasce grazie alla disconnessione dei genitali dal corpo, da una esternalizzazione della potenza genitale.
Questa concezione delle relazioni non eterosessuali appare citata anche nel Simposio di Platone, opera che inspirerà Karl Heinrich Ulrichs a coniare il termine uraniano nel 1864, per riferirsi agli amori, che egli stesso denomina, del terzo sesso. Per spiegare meglio le esistenti possibilità di desiderio sessuale e di genere, Ulrichs taglia in due la soggettività separando l’anima dal corpo e inventando una combinazione di anima e corpo che possa permettere a una persona di amarne un’altra in un modo differente da quello normato. La segmentazione anima-corpo riproduce, nell’ordine dell’esperienza, l’epistemologia binaria della differenza sessuale: ci sono solo due soluzioni, maschile o femminile.
Gli uraniani non sono né malati, né criminali, ma anime femminili imprigionate dentro corpi maschili che si sentono attratte da anime maschili. All’epoca questa forma di amore poteva condurti alla forca e continua ad essere illegale in 34 paesi di cui 30 hanno la pena di morte come atto risolutivo di un amore altro e reso illegale; tra questi troviamo Nigeria, Pakistan, Iran e Qatar.
Ulrichs non parlò da scienziato, ma in prima persona. Non disse “esistono persone uraniane” ma dichiarò di essere uraniano e lo affermò in latino nell’agosto del 1867, dopo essere stato condannato al carcere per aver scritto libri, successivamente dichiarati proibiti, davanti a un congresso di 500 giuristi e membri del parlamento tedesco. Insomma, davanti a un pubblico ideale! Heinrich Ulrichs scrive nel suo diario che alcuni parlamentari entrarono nella sala dell’Odeon di Munich e cominciarono a gridare e a sbraitare contro di lui:
- Chiudete la sessione! Chiudete la sessione!
Annota anche, però che vi erano una o due voci che si ergevano per contrastare questo rumore assordante con un:
- Lasciatelo parlare!
Nel mezzo a questo caos alcuni parlamentari si fermarono ad ascoltarlo.
Ulrichs fu uno dei primi uraniani europei ad affermare pubblicamente di voler avere un appartamento su Urano. Il primo infermo sessuale e criminale che prese la parola per denunciare la norma esistente. Difese il diritto a praticare la sodomia tra uomini.
Il 6 maggio 1868, Karl-Maria Kertbeny, attivista e difensore dei diritti delle minoranze sessuali, inviò una lettera a Ulrichs dove usa per la prima volta la parola omosessuale per riferirsi agli uraniani. Nella lettera difendeva le pratiche sessuali tra persone dello stesso sesso, dicendo che erano tanto naturali come quelle eterosessuali, termine, anche questo, utilizzato per la prima volta nel testo suddetto. Per Kertbeny omosessualità e eterosessualità erano due forme naturali di amare, ma per i rappresentanti della legge e della medicina del XIX Secolo, l’omosessualità era codificata come infermità e criminalizzata. Non sto parlando di storia, infatti le nozioni omosessualità e eterosessualità si convertiranno presto in tecniche biopolitiche di gestione della sessualità e della riproduzione durante il XX Secolo. L’omosessualità sarà ritenuta un’infermità sessuale nei manuali psichiatrici occidentali fino al 1975.
Credete di essere omosessuali o eterosessuali? Questa distinzione coglie l’identità umana?
Permettetemi di dire che omosessualità e eterosessualità non esistono fuori da un’epistemologia binaria, coloniale e capitalista che privilegia le pratiche sessuali riproduttive al fine di una più efficace ed efficiente strategia di gestione (e controllo) della popolazione, della riproduzione della forza lavoro e della riproduzione dei/lle consumatori/trici. Ciò che si riproduce è capitalismo non è vita!
Ma se omosessualità e eterosessualità non esistono, cosa siamo? Come amiamo? Immaginiamolo!
Torno allora al mio sogno e capisco che la mia condizione trans è una nuova forma di essere uraniano, non sono uomo, non sono donna, non sono eterosessuale, non sono omosessuale e neanche bisessuale, sono un dissidente del sistema sesso-genere. Sono la molteplicità del cosmo racchiusa in un regime epistemologico e politico binario. Sono un uraniano ai confini del capitalismo tecno-scientifico.
Mi è stato assegnato il genere femminile alla nascita, hanno detto che ero lesbica. Decisi di auto-somministrarmi dosi regolari di testosterone senza mai pensare di essere un uomo. Non ero transessuale e il testosterone non era la mia cura, semmai il contrario. Prima mi somministrai ormoni e dopo divenni transessuale. Ho accettato di definirmi transessuale e infermo mentalmente di modo tale che il sistema medico legale potesse riconoscermi come corpo vivo umano. Ho pagato con il mio corpo il nome che porto!
Non ho la necessità che aveva Ulrichs di affermare che sono un’anima maschile dentro a un corpo femminile. Non ho anima, sono il cosmo e ho un appartamento su Urano. Senza dubbio è lontano dalla maggior parte delle regole, ma non così lontano da non poter essere raggiunto da ogni persona che voglia. Vi aspetto!”
20/06/2018
Tuba Bazar, Bazar erotico, luogo transfemminista, informale. Stavamo facendo aperitivo davanti al locale, sulla strada, e Preciado ne era visibilmente impressionato:
È meraviglioso, questa è una forma di riappropriazione critica della strada ed è la prima volta in vita mia che posso fare una presentazione e vedere nello stesso istante i mondiali di calcio. Questo pure è quasi un atto di resistenza dato che voi siete qui a guardarmi, mentre il mondiale è proiettato dalla parte opposta.
Durante la presentazione ci descrive in particolare due libri. Il primo è Manifesto Contra-Sessuale (Il Dito e la Luna 2002) e il secondo è Terrore anale, Appunti sui primi giorni della rivoluzione sessuale (Fandango, 2018). L’autore ci teneva molto a sottolineare come i suoi libri siano parte della sua vita e che inevitabilmente descrivono momenti e necessità di quel dato periodo di tempo in cui sono stati scritti. In particolare, Manifesto Contra-sessuale, il suo primo saggio, tagliente e inappropriato sia per l’editoria che per un contesto accademico, ha una storia di scelte politiche, scelte che alcuni chiamano impropriamente fortuna. Questa storia riguarda e ha riguardato le persone che hanno avuto la volontà di innescare il cambiamento, di entrare e proporre in contesti politico-culturali la propria teoria strampalata, azzardata, spaventosamente posizionata che ha messo in campo il gioco e un nuovo modo di vedere i corpi agenti. Una di queste persone che hanno circondato Paul B. Preciado era Guillaume Dustan editore di una collana di libri fuori dal normale e attivista, in Francia, il quale decise di pubblicare il suo libro. Per questa ragione, in un momento successivo, il filosofo deciderà di dedicargli Testo Tossico. Un altro importante contributo per la nascita di questo libro furono le conversazioni con Derrida, il professore con il quale Paul collaborava. In quel momento la loro ricerca si basava sulla conversione di S. Agostino da libidinoso a casto, pensata come fosse dovuta a un cambio di sesso. È stato da questa ricerca che con Derrida nacque l’idea di scrivere un manifesto la cui prima parte fosse dedicata all’analisi del dildo. Una piccola bomba a orologeria dentro alla semiotica del sesso.
Manifesto Contra-sessuale vuole anche instaurare un dialogo tra il mondo accademico e il mondo dei movimenti politici per parlare, finalmente, di sessualità, riappropriandosi di un linguaggio e di pratiche in disuso o vietate, come per esempio l’utilizzo del dildo. Questa protuberanza, in realtà, non è da vedere come rappresentante dell’industria dei giochi sessuali, ma è, più propriamente, un’estenzione sintetica del sesso. Un dildo può essere, infatti, qualsiasi cosa, anche una persona, un oggetto, un libro, una qualsiasi tecnica. Come reinventare un nuovo linguaggio, una nuova pratica? Il filosofo vuole andare oltre:
La grande domanda del manifesto, anche se a quel tempo non ne ero ancora del tutto cosciente, era se fosse stato possibile cambiare. Se non fosse possibile, l’attivismo politico non avrebbe senso dato che quest’ultimo si definisce come un progetto di trasformazione sociale. La domanda reale, l’unica domanda del Manifesto è se la rivoluzione, nel senso micro-politico e soggettivo del termine, sia possibile.
L’ultimo libro, Terrore Anale (2018), è un piccolo saggio scritto come postfazione a una nuova edizione del libro “Desiderio Omosessuale” di Guy Hocquenghem (Roma, 1973) per i mercati francese e spagnolo. Il testo fu ispirato dalla rilettura di questo saggio e dall’attivismo politico degli anni settanta, quando la sessualità stava al centro delle pratiche politiche.
Oggi vi è una necessità di tornare a quelle pratiche, ma con un ardore differente, creando un nuovo linguaggio, decolonizzando e derazzializzando i corpi per una rivoluzione sessuale, queer e transfemminista. Ma attenzione, Paul ci fa notare come questo tipo di pensieri non si possano posizionare a sinistra, o meglio, nel pensiero delle sinistre europee le quali hanno storicamente escluso, dai loro processi di cambiamento e di trasformazione politica, qualsiasi critica dei processi riproduttivi, allontanandosi dai femminismi, dalle rivendicazioni omosessuali e transessuali. Di conseguenza, queste nuove sinistre al potere, in ambito sessuale, sono conservatrici. Infatti, nel libro fa notare come le politiche pubbliche si siano evolute in un senso di castrazione. Preciado parla di persone dall’ano castrato e di corpi privati, privatizzati, oppressioni dovute a un connubio tra capitalismo e regime eterosessuale, patriarcale.
Scrivere, raccontare e agire pratiche politiche sessuali, di corpi performativi anticonvenzionali, di riappropriazione e creazione di spazi pubblici, collettivi, può essere questo l’inizio di una rivoluzione, di una rivoluzione con la r minuscola, come dice Hocquenghem, perché sempre su scala locale. La scala delle marginalità che producono nuovi immaginari.
Una piccola bibliografia consigliata:
vedi l’intervista di Rachele Borghi su iaph italia
- Hocquenghem, G., El deseo Homosexual, Editorial Melusina, 2009
- Preciado, P., Terrore anale, Appunti sui primi giorni della rivoluzione sessuale, Fandango Libri, Roma 2015
- Preciado, P., Testo tossico, Sesso, droghe e biopolitiche nell’Era farmacopornografica, Fandango Libri, 2015
- Preciado, P., Manifesto contra-sessuale, Il Dito e la Luna, 2002
- Witting, M., Le guerrigliere, Lesbacche incolte, Bologna 1996