Vorrei intervenire sinteticamente a proposito dell’argomento esposto nel presentare l’ “Introduzione” dalla relatrice, riguardo l’incapacità della donna e delle donne insieme di diventare Soggetto collettivosostenuto dall’autrice, perché nella realtà non abbastanza resistenti, nel confronto dialettico, a porsi in modo alternativo al soggetto maschile.
Mi sembra che la relazione dialettica cui si fa riferimento, sia un modello di dialettica conflittuale oppositiva, che ho imparato a riconoscere come non l’unica possibile, in seguito alla riflessione che ho elaborato sulla mia esperienza di pratica politica negli anni ’90 nel Forum delle donne di R.C.
E’ un modo di affrontare le questioni che si attua nella capacità di dare ascolto a più proposte, ad approcci diversi, che porta ad un lungo confronto dialettico che non deve terminare con una votazione a maggioranza, né con una modalità che escluda senza aver analizzato i vari argomenti validi proposti.
La discussione è lunga, ma tutte le componenti infine convergono, ragionando insieme, su una scelta e su proposte che, in questo modo, sfuggendo al sistema della dialettica oppositiva tendente ad escludere, risultano arricchite avendo incluso diversi aspetti di ogni punto in questione.
Il secondo punto che mi incuriosisce, non conoscendo questo testo di Simone De Beauvoir, è quale idea abbia avuto e che tipo di relazione abbia sentito di avere la nostra autrice con il passato francese rivoluzionario, in special modo con una donna come Olympe De Gouge. Una donna che ha fatto sentire la sua voce, esponendo se stessa e le sue idee, scrivendo La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, rispondendo a Robespierre, fino ad essere giustiziata sulla ghigliottina.