Italia, 1978, 60′, b/n
È tra i più sconvolgenti e notevoli materiali video prodotti in Italia relativamente alle relazioni tra i sessi. Grazie all’idea di alcune professioniste (molte appartenenti al Collettivo Femminista Cinema Roma) si ottenne per la Rai l’autorizzazione a filmare un processo per stupro. Il documentario fu registrato al Tribunale di Latina da Rony Daopulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio, Loredana Rotondo, con la regia di Loredana Dordi. Quando fu trasmesso raggiunse una punta di 9 milioni di spettatori, ed ebbe una vastissima eco sull’opinione pubblica riguardo al dibattito sulla legge contro la violenza sessuale, che si voleva cambiare. Quando nel 2006 io stessa intervistai Tina Lagostena Bassi, difensore di parte civile, l’avvocata sottolineò lo shock degli spettatori, che vedevano per la prima volta come e quanto la giustizia nei tribunali era nei confronti delle donne altrettanto violenta del reato stesso (considerato tra l’altro reato contro la morale e non contro la persona): nei processi per stupro, si vedeva ora con chiarezza, non si capiva più chi fosse la parte lesa e chi gli imputati.