Terzo incontro – Intervento di Angela Lamboglia

Mi ha colpita la citazione di Silvia Tozzi nell’intervento di Livia. Silvia Tozzi dice che negli anni Settanta le donne sono in scese in piazza senza aver elaborato le intuizioni del self-help. Mi chiedo se successivamente ci sia stata una circolazione di quelle intuizioni nel movimento delle donne, in che modo siano state riprese. Me lo chiedo per capire come leggere il fatto che molto del self-help non sia arrivato a noi, nate negli anni Ottanta. Mi sembra che, mentre è passata la critica alla delega al sapere medico e al controllo sociale sui corpi delle donne, tanto di quel sapere e di quelle pratiche non è arrivata a noi. Ed è un peccato, perchè avere accesso alle riflessioni prodotte nell’ambito del self-help avrebbe forse evitato a noi, rispetto a una serie di questioni, di dover scoprire tutto da capo e per lo più individualmente. Penso, ad esempio, al lavoro del gruppo di Livia sulla pillola anticoncezionale, al fatto che alcuni effetti, come il calo del desiderio sessuale, siano stati vissuti da ciascuna inizialmente come scollegati dall’assunzione della pillola e solo quando abbiamo iniziato ad affrontare questa questione collettivamente siamo arrivate a capire una cosa che probabilmente il self-help aveva già individuato.

La seconda osservazione si riferisce, invece, all’intervento di Claudia, in particolare alla sottolineatura del fatto che, secondo De Beauvoir, la donna è più sottomessa delle femmine delle altre specie alla biologia ed anche quella che più si ribella alla propria condizione. De  Beauvoir dice non possiamo aggirare questo dato biologico, perché il corpo è strumento di contatto col mondo e il mondo cambia aspetto a seconda del nostro modo di coglierlo. Qui  De Beauvoir sembra riferirsi a quello che diceva Federica Giardini: l’uomo si concepisce libero dai limiti del corpo, si pensa pura ragione tesa a dominare la natura, in virtù di un differente dato biologico, e con un’operazione simile di astrazione anche la donna potrebbe superare i propri limiti.

Però c’è un passaggio del testo in cui De Beauvoir sembra consapevole di quanto biologia e costruzione sociale siano intrecciate, quando dice: “l’energia muscolare non potrebbe stabilire il suo dominio se i costumi proibissero la violenza; per definire concretamente il concetto di debolezza occorrono riferimenti esistenziali, economici e morali”. Qui De Beauvoir sembra indicare come il peso della biologia dipende da definizioni di valore decise altrove. Anticipando quello che approcci successivi hanno messo in luce riflettendo sul genere come costruzione sociale.

Angela Lamboglia
Angela Lamboglia

Angela Lamboglia, classe 1983, si è laureata nel 2008 in Filosofia politica con una tesi in cui ha indagato le relazioni tra sfera pubblica e transnazionalismo. Ha partecipato al gruppo di ricerca organizzato da Federica Giardini sulla forza al femm (...) Maggiori informazioni